J’Accuse del venerdì 5 maggio 2023 sulla politica del lavoro
del governo e lo show propagandistico
Abbiamo visto come i simboli e i
valori costituzionali vengono di volta in volta messi in discussione dagli
esponenti di questo governo. Alludo alle dichiarazioni e ai riti istituiti in
quest’ultimi mesi e giorni dal governo Meloni. Dalla Russa che va a festeggiare un
eroe nazionale a Praga, sebbene sia importante per il suo paese, il cui nome sfugge a tutti noi, allo show della Meloni del
primo Maggio a palazzo Chigi, festa del lavoro e dei lavoratori. Insomma se
qualcuno ha qualificato quella roba propagandistica come raccapricciante e non
veritiera è il caso di dire che ha completamente ragione. Se Berlusconi ha
cominciato la sua carriera politica fecondo leva sull’anticomunismo e il famoso 'Non mettere
mano, come diceva lui, nella tasca degli italiani", slogan efficaci e spesso menzogneri,
la Meloni ha imparato bene la lezione. La riduzione del cuneo fiscale per dare
una mancetta ai lavoratori è qualcosa d’irrisorio e d’offensivo, visti i
rincari, l’aumento dell’inflazione e d conseguenza la perdita del potere d’acquisto
dei salari, che ha connotato gli ultimi due anni passati. Per giunta e la cosa
più grave questo si fa a carico del debito nazionale. Tutta quest’operazione
aggiungerebbe debito al debito e inflazione all’inflazione e non risolverà per
nulla i problemi strutturali e macroeconomici del paese Italia. Se nell’attuale
fase si barcamena nel buio dell’incertezza e dell’impennata dei prezzi dovuta
alla speculazione dei mercati, il sistema nel suo complesso sembra non
autocontrollare più gli andamenti e lo sviluppo lineare della crescita
economica. La guerra d’Ucraina ha generato la più grave e grande beffa per i
lavoratori, perché li ha consegnati, con tutte le loro conquiste, sotto la
morsa del capitale e della speculazione finanziaria. I rincari intervenuti, uno
si domanderebbe, saranno un giorno aboliti dai mercati? In tutto questo
massacro sociale ed economico la mano invisibile e spietata degli speculatori s’accanisce
e fa aumentare la sua efferatezza. Provvedimenti di carattere propagandistico
irrituali e inefficaci come quelli varati il primo maggio dall’attuale governo
sono una goccia nel mare delle amarezze: qualche euro nella tasca dei cittadini
depredati dal loro potere d’acquisto e dai pochi soldini che guadagnano
faticosamente ogni giorno e che la speculazione di quei mercati, guerrafondai e
imprenditori di cui questo governo è la voce, sono un’offesa per i cittadini
che s’aspettavano ben altro ma che illusi da chi vuole abrogare persino la
festa del lavoro, oggi si rendono conto bene in quali mani si sono affidati.
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