J'accuse del 10 settembre sul terremoto che ha colpito il Marocco
La Moschea de la Kasba a Marrakech, in Marocco, con il suo minareto danneggiato dal terremoto dell8 settembre
Un filosofo disse che i minareti erano come degli obelischi dotati di scale per collegare il cielo alla terra. Una metafora e un simbolo per distinguere i culti e le fedi, ma, tutto sommato, le civiltà si assomigliano per quella vocazione a collegare il mondo materiale e quello immateriale. In questo campo teologico e architettonico la civiltà arabo andalusa si è distinta e ha portato quel faro che ha illuminato il mondo per secoli. Ne vediamo ancora le tracce a Marrakech, ferita oggi da un terremoto devastante, ma un tempo capitale dei Califfi e dei sultani che regnarono non solo sul Marocco ma sull'Europa meridionale e su metà del continente africano, per lunghissimi secoli. Se oggi il Marocco si trova osteggiato nella sua annessione dei territori del Sahara occidentale, questo la dice lunga sulle rivalità e le gelosie che vengono alimentate: da chi, in Europa, compresa l'Italia ancora s'ostina a mostrare mappe geopolitiche del Marocco senza il Sahara occidentale e ad est come l'Algeria a finanziare terroristi e scorribande per sfiancare il governo di Rabat. Ma quest'ultima non s'arrende davanti a questi orchi e nemmeno un terremoto sepure così devastante può riusxire a cancellarne la determinazione e gli stessi splendidi minareti plurisecolari. Questa nazione è riuscita piano piano a riconquistare la forza e la determinazione di un paese faro nella regione maghrebina. Rammento, tuttavia, che il terremoto ha colpito una parte cara a noi, quella dei villaggi berberi del grande Atlas. Lì la furia e la spietatezza sono state immani. Interi paesini le cui case un tempo, costruiti con materiali e tecniche inadeguati, sono stati spassati via in un frangente. Solo morte, desolazione e sconvolgimento sono state lasciate addietro. Il ritardo nei soccorsi è stato dovuto al fatto che le autorità non si sono mai aspettati un giorno a trovarsi davanti ad una simile devastazione. Con strade distrutte era difficile arrivare laddove la gente viva o morta che fosse, attendeva disperatamente i soccorsi. Ma è una criticità a cui le autorità devono dare risposte e rimediare nel futuro con piani d'invento messi ad hoc, in caso di catastrofe naturali. Infine un aspetto molto importante affiorato in questa triste occasione è la solidarietà e la mobilitazione della popolazione con le zone colpite. Centinaia di marocchini sono corsi a scavare a mani nude per salvare chi stava seppellito sotto le macerie e donare il loro sangue negli ospedali. Quanto al Minareto della Moschea Koutoubia, esso è ancora lì testimone e resistente in un tempo difficile di sfide, di complotti internazionali e infamie. Il terremoto è un nemico senza pietà, ma è anche una prova dalla quale senza ombra di dubbio renderà questo paese più forte e più indipendente.
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