J’Accuse sullo sviluppo
della guerra a Gaza, Massacro dei civili e silenzio dell’occidente
Nessuno confonda mai il diritto alla resistenza del popolo palestinese con
quello illegittimo della continuazione dell’occupazione dei territori arabi
palestinesi occupati dal 1967; nessuno confonda mai il diritto degli israeliani
a rispondere agli attacchi con il diritto allo sterminio del popolo palestinese.
Quello a cui assistiamo nella striscia di Gaza assomiglia in qualche modo alle
guerre condotte dall’armata nazista che colpiva e puniva in modo indiscriminato
contro chiunque si trovi sulla sua strada. In verità, come si è osservato da più
parti, Israele, col sostegno degli occidentali, vuole fare tabula rasa di Gaza
e cancellarla dalla facciata della terra, per vendetta contro l’attacco di Hamas,
un pugno di combattenti palestinesi, che ha messo in ginocchio l’esercito
israeliano e mostrato al mondo le sue debolezze e fragilità. In fondo la forza
e la tecnologia militare più avanzata non gli è servito a nulla e men che meno
la muraglia costruita che si rivelata una pia illusione per l’intero paese.
Come ha scritto l’illustre giornalista israeliano
Gideon Levy: “Israele punisce i palestinesi dal 1948, senza fermarsi un
attimo”, nel suo famoso articolo scritto all’indomani degli attacchi, che
allego sotto il mio articolo e vi invito a leggere, Tel-Aviv s’ostina a non considerare
più da decenni la possibilità di concedere ai palestinesi ciò che li spetta,
maltrattandoli, arrestandoli, cavandoli gli occhi, umiliandoli…, ecc. La lista
è lunga e il giornalista israeliano è stato abbastanza esauriente. Ora invece di
affrontare i combattenti di Hamas, l’Esercito d’occupazione ha deciso di
appiattire Gaza e di uccidere i suoi civili come vendetta collettiva privandoli
del cibo e fabbisogno per gli ospedali, della corrente elettrica e dei
combustibili. Un vero e proprio crimine di guerra di fronte al quale tace l’intero
occidente. Si vietano persino le manifestazioni propalestinesi nelle capitali
europei. Nessuna dialettica o confronto con le proprie coscienze e codici
morali e normativi. Questo clima d’efferatezza è figlio e fratello della stessa
congiura contro il popolo ucraino. In verità le democrazie occidentali sono
soggette ai diktat dei poteri forti. Si direbbe che persino i singoli leader
non abbiano un intelletto, un pensiero, una capacità visionaria. Tutto quello
che c’è da fare è deciso già da chi ordina alle portaerei di dirigersi verso l’area
della crisi. Il linguaggio delle minacce e delle intimidazioni è l’unica moneta
che conosce questa stirpe di leader senza dignità né carisma. Arriverà un
giorno in cui i popoli arabi e europei si risveglieranno dall’addormentamento? Gaza
è proprio quella sirène d’allarme che suona : sveglia, sveglia, chi crede
che è immune dalla guerra si sbaglia. Le fiamme dell’inferno stanno dilagando….
Hamid Misk
Gideon Levy: “Israele
punisce i palestinesi dal 1948, senza fermarsi un attimo”
Dietro tutto quello
che è successo, l’arroganza israeliana. Pensavamo che ci fosse permesso fare
qualsiasi cosa, che non avremmo mai pagato un prezzo o saremmo stati puniti per
questo.
Continuiamo senza
confusione. Arrestiamo, uccidiamo, maltrattiamo, derubiamo, proteggiamo i
coloni massacrati, visitiamo la Tomba di Giuseppe, la Tomba di Otniel e
l’Altare di Yeshua, tutto nei territori palestinesi, e ovviamente visitiamo il
Monte del Tempio – più di 5.000 ebrei sul trono.
Spariamo a persone
innocenti, caviamo loro gli occhi e spacchiamo loro la faccia, li deportiamo,
confischiamo le loro terre, li saccheggiamo, li rapiamo dai loro letti,
effettuiamo la pulizia etnica, continuiamo anche l’irragionevole blocco di
Gaza, e tutto andrà bene.
Costruiamo
un’enorme barriera attorno alla Striscia, la sua struttura sotterranea costa
tre miliardi di shekel e siamo al sicuro. Ci affidiamo ai geni dell’Unità 8200
e agli agenti dello Shin Bet che sanno tutto e ci avviseranno al momento
opportuno.
Stiamo spostando
metà dell’esercito dall’enclave di Gaza all’enclave di Huwara solo per
garantire le celebrazioni del trono dei coloni, e tutto andrà bene, sia a
Huwara che a Erez.
Poi si scopre che
un primitivo, antico bulldozer può sfondare anche gli ostacoli più complessi e
costosi del mondo con relativa facilità, quando c’è un grande incentivo a
farlo.
Guarda, questo
ostacolo arrogante può essere superato da biciclette e motociclette, nonostante
tutti i miliardi spesi per questo, e nonostante tutti i famosi esperti e
imprenditori che hanno guadagnato un sacco di soldi.
Pensavamo di poter
continuare il controllo dittatoriale di Gaza, gettando qua e là briciole di
favore sotto forma di qualche migliaio di permessi di lavoro in Israele –
questa è una goccia nell’oceano, anch’essa sempre condizionata ad un
comportamento corretto – e in al ritorno, mantenetelo come la loro prigione.
Facciamo la pace
con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti – e i nostri cuori dimenticano i
palestinesi, così che possano essere spazzati via, come molti israeliani
avrebbero voluto.
Continuiamo a
detenere migliaia di prigionieri palestinesi, compresi quelli detenuti senza
processo, la maggior parte dei quali prigionieri politici, e non accettiamo di
discutere il loro rilascio anche dopo decenni di prigione.
Diciamo loro che
solo con la forza i loro prigionieri possono ottenere la libertà.
Pensavamo che
avremmo continuato con arroganza a respingere ogni tentativo di soluzione
politica, semplicemente perché non ci conveniva impegnarci in essa, e
sicuramente tutto sarebbe continuato così per sempre.
E ancora una volta
si è rivelato non essere così. Diverse centinaia di militanti palestinesi hanno
sfondato la recinzione e hanno invaso Israele in un modo che nessun israeliano
avrebbe potuto immaginare.
Alcune centinaia di
combattenti palestinesi hanno dimostrato che è impossibile imprigionare due
milioni di persone per sempre, senza pagare un prezzo elevato. Proprio come
ieri il vecchio bulldozer palestinese fumante ha demolito il muro, il più
avanzato di tutti i muri e le recinzioni, ha anche strappato di dosso il
mantello dell’arroganza e dell’indifferenza israeliana.
Ha demolito anche
l’idea che sia sufficiente attaccare Gaza di tanto in tanto con droni suicidi e
vendere questi droni a mezzo mondo per mantenere la sicurezza.
Ieri Israele ha
visto immagini che non aveva mai visto in vita sua: veicoli militari
palestinesi che pattugliavano le sue città e ciclisti provenienti da Gaza che
entravano dai suoi cancelli.
Queste immagini
dovrebbero strappare il velo dell’arroganza. I palestinesi di Gaza hanno deciso
che sono disposti a pagare qualsiasi cosa per un assaggio di libertà. C’è
qualche speranza per questo? NO. Israele imparerà la lezione? NO.
Ieri già parlavano
di spazzare via interi quartieri di Gaza, di occupare la Striscia di Gaza e di
punire Gaza “come non è mai stata punita prima”. Ma Israele punisce Gaza dal
1948, senza fermarsi un attimo.
75 anni di abusi e
il peggio l’attende adesso. Le minacce di “appiattire Gaza” dimostrano solo una
cosa: che non abbiamo imparato nulla. L’arroganza è destinata a durare, anche
se Israele ha ancora una volta pagato un prezzo elevato.
Benjamin Netanyahu
ha una responsabilità molto pesante per quanto accaduto e deve pagarne il
prezzo, ma la questione non è iniziata con lui e non finirà dopo la sua
partenza.
Ora dobbiamo
piangere amaramente per le vittime israeliane. Ma dobbiamo piangere anche per
Gaza. Gaza, la cui popolazione è composta principalmente da rifugiati creati da
Israele; Gaza, che non ha conosciuto un solo giorno di pace.
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