J’Accuse del 16 novembre sugli sviluppi della Guerra su Gaza, sionismo, imperialismo, resa e divisione del mondo arabo

 

J’Accuse del 16 novembre sugli sviluppi della Guerra su Gaza, sionismo, imperialismo, resa e divisione del mondo arabo

 



E se si fossero uniti questi incapaci stati arabi e islamici? Non è bastato l’orrore e il sangue di migliaia di bambini di Gaza per impietosire questi Emiri e dittatori al servizio dell’ignorantismo. “No, meglio non parlare d'America, perché il male e la peste sono in realtà tra di noi! “, “Siamo noi a non essere più giusti e rispettosi verso noi stessi, quanto agli altri, loro si comportano nei nostri confronti perché sanno che siamo servili e condiscendenti? L’amara verità è questa: tutti i commentatori, perfino la gente che non ha mai studiato, né aperto un libro sanno che il male assoluto è tra di noi e finché non verrà sradicato, ci saranno altre guerre simili nella ferocia a quella di Gaza. Questa guerra, difatti, ha svelato una verità inconfutabile: si è scoperto il volto disumano e mostruoso di questa classe dirigente vuota e incompetente, al servizio di interessi estranei alle proprie nazioni e incapace d'incidere sulla storia. Nella Conferenza dei leader arabi e islamici tenutasi a Riad, Arabia Saudita, il 9 novembre scorso, abbiamo sentito le grida e le condanne, ma nulla è mutato. Si sono dileguati questi Emiri e dittatori senza decidere perfino di richiamare, per chi ha relazioni diplomatiche, i propri ambasciatori o nel caso più coraggioso la presa di misure politiche, economiche e, non oserei nemmeno dire militari, perché la codardia e il senso di fedeltà al sistema a cui afferiscono i nostri protagonisti, glielo impedisce. Insomma, la Conferenza presieduta dall’Emiro Ben Salman è stata una doccia fredda per l’opinione pubblica araba. Niente solidarietà con Hamas, perché appartengono a quel filone dei Fratelli Mussulmani, nemici dell'occidente imperialista e dei regimi corrotti, liberali e feudali del mondo arabo. E’ quella componente della Resistenza araba e palestinese di matrice nazionale e confessionale, l’unica ad opporsi all’imperialismo che impone lo status quo geopolitico e detta le regole e la protezione e la continuità dello stato d’Israele, reo di crimini di guerra e d’occupazione delle terre palestinesi con la forza e l’assassinio della popolazione autoctona. 

Pertanto, finché i governi attuali nel mondo arabo sono manipolabili e subalterni all’occidente, gli israeliani non saranno fermati. Nemmeno l’opinione pubblica occidentale, inorridita dai massacri di Gaza, non riesce ad incidere sui propri governi affinché fermassero l’orrore. Questo la dice lunga sulla potenza delle Lobby ebraiche e sulla sudditanza psicologica, politica delle classi politiche occidentali verso quest'ultime. L'attuale guerra urbana di Gaza prosegue col suo carico di morti e un bilancio politico, eonomico e militare disastroso in entrambi i campi. La popolazione civile rimane purtroppo il bersaglio delle forze d’occupazione. Persino gli ospedali non sfuggono agli attacchi e alla schizofrenia dell’esercito invasore. In questo contesto l’Egitto di Sisi, principale paese arabo, resta a guardare dal valico di Rafah, dove i suoi soldatini lo presiedono dando man forte a Tel-Aviv, impedendo così ai palestinesi d’uscire dall’inferno della striscia. La motivazione di tale chiusura del valico trova spiegazione negli accordi Camp Davide, ma la vera ragione risiede nell’incompatibilità dei due regimi. Sisi s'è impadronito del potere al Cairo accusando l’ex Presidente deposto Mohammad Morsi di collusione con Hamas. La storia è corso e ricorso…, i Fratelli mussulmani in tutto il mondo arabo sono ritenuti pericolosi e incompatibili con il potere e gli interessi delle potenze internazionali occidentali. Ma la soluzione di questo braccio di ferro passa attraverso il riconoscimento dei diritti sia dei palestinesi sia dei popoli arabi. Questo, in conclusione, renderebbe inifluente la natura e la matrice di qualunque interlocutore politico. Ma quando il democratico occidente lo capirà?

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