J'Accuse del venerdì 26 gennaio 2024 sul giorno della Memoria nell’anno del genocidio del popolo palestinese


 J'Accuse del venerdì 26 gennaio 2024 sul giorno della Memoria nell’anno del genocidio del popolo palestinese






Una riflessione imparziale e approfondita sulla Shoah è più che mai doverosa, alla luce dell’ennesima guerra di sterminio a danno dei palestinesi. Siamo chiaramente di fronte ad un nuovo GENOCIDIO E dobbiamo NUOVAMENTE trarre le conseguenti e opportune considerazioni di carattere politico, etico e storico. Certamente nessun codice morale e nessun ordine politico, democratico o dittatoriale, qualunque sia la sua autorità, avvalorerebbe mai, senza subire le infamanti accuse davanti ai tribunali della terra prima e della storia dopo.

Lo sterminio del popolo ebraico, per quei milioni di civili strappati alle loro case, alle loro terre e ai loro affetti per finire nei lager nazisti e fascisti, è stato generato dalla follia della seconda guerra mondiale, una guerra fatta tra i Nazionalismi Europei per questioni egemoniche, politiche ed economiche. Quella follia consisteva nel dissolvere il nemico, “l’altro diverso” al fine d’impossessarsi di ciò che aveva: terre al confine, colonie, miniere, ricchezze accumulate. In quella maledetta guerra ebrei, zingari, russi, arabi e africani sono finiti nel tritacarne di chi aveva come Hitler e Mussolini piani di distruzione per ripopolare l’Europa e portarla alla purezza razziale come veniva enunciato nel suo Mein kampf, magari si sarebbe passato in una fase successiva al continente africano e al Medio-oriente. La ruota della storia, tuttavia, sfuggì alle dittature nazifascisti, proprio grazie all’intervento risolutivo degli Stati Uniti d’America, paese allora aspirante a dominare, a diffondere la democrazia nel mondo e a guidare i popoli all’auto-determinazione. Fu davvero una fiaba dall’inizio e lo sviluppo tragici ma dall’epilogo felice per gli ebrei che in verità, vengono presentati a noi dai storici di mezzo mondo, come i veri vincitori politici e morali della seconda guerra mondiale. Il bene trionfò sul male, direbbero gli storiografi di parte. Così gli inglesi diedero la Palestina a loro come veniva richiesto dal Movimento sionista istallatosi e radicatosi sulle terre palestinesi durante gli anni venti e trenta del novecento. In breve fu questa la genesi della nascita della questione palestinese che aveva infiammato l’Area Medio-orientale dal 48 ad oggi. Ma alla luce dell’odierno riaccendersi del conflitto arabo-palestinese e della stessa Shoah, non possiamo non fare le seguenti considerazioni:

A-     che le colpe dello sterminio ebraico ricadono sulle nazioni europee belligeranti, e solo su di esse e che sono loro a dover risarcire quest’ultimo non solo a livello economico, ma anche territoriale e politico.

B-      che l’attuale sostegno incondizionato ad Israele anche quando stermina la popolazione civile palestinese è una vergogna che ricade sulle coscienze di quest’Europa incapace, subalterna e nuovamente sull’orlo di un’implosione, a causa delle sue divisioni e contraddizioni interne, dimentica della stessa storia della Shoah.

C-      Che i palestinesi e le nazioni arabe danneggiate da decenni d’ingerenze e di complotti devono, alla luce di questo risveglio politico ed etico, riconsiderare la possibilità di chiedere i risarcimenti dovuti per le colpe dei governi europei nei tragici accadimenti che avevano connotato la loro storia e mi riferisco ad esempio allo sterminio del popolo della Namibia avvenuto tra il 1904 e il 1910 ad opera dell’esercito del Kaiser della Germania.

Le colpe dei padri, tuttavia, non sono dei figli. La Shoah riconquisterebbe la sua valenza storica e morale nella misura ove venissero condannati tutti i genocidi e vengano ridati i diritti a chi ne è stato spogliato con la forza delle armi. Solo in questo modo possiamo evitare che vengano ripetuti gli stessi orrori e la stessa volontà di dissolvimento dell’altro. Sull’Europa e gli Stati Uniti d’America ricade la responsabilità storica di aver tradito i loro stessi principi democratici e di difesa e tutela dei diritti umani. La storia ricorderà che un solo paese nel mondo intero come il Sud Africa si sia alzato e gridato al mondo lo sdegno e la condanna dell’orrore a cui abbiamo e assistiamo a Gaza. Nessun genocidio deve eclissare l’altro quando la vita umana deve essere uguale e sacra in ogni tempo e in ogni luogo.

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