J’Accuse del mercoledì 22 maggio 2024 sui due pesi e le due misure: due prigionieri, due approcci eticamente discutibili e significativi.

 

J’Accuse del mercoledì 22 maggio 2024 sui due pesi e le due misure: due prigionieri, due approcci eticamente discutibili e significativi.

 




Alcuni giorni fa la Presidente del Consiglio dei Ministri ha accolto personalmente all’Aeroporto militare con tutti gli onori il 65enne, detenuto da 24 anni negli Stati Uniti d'America dopo una condanna all'ergastolo. Dopo aver fatto la foto che la ritrae con lui ha dichiarato: "Chico Forti è tornato in Italia. Fiera del lavoro del Governo italiano. Ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione". Insomma, una vicenda dai contorni e dagli aspetti etici e giuridici molto discutibili. Sebbene la cultura giudiziaria e giuridica del nostro paese sia abbastanza mite e permissiva rispetto a quella degli Stati Uniti D’America, l’aspetto controverso rimane il fatto che un cittadino italiano condannato per omicidio dalla giustizia di un altro paese non deve mai avere simili risonanze trasformando una vicenda umana e giudiziaria in uno show politico e propagandistico. Al massimo sarebbe stato accolto dal Direttore del Carcere dove deve scontare la sua pena, ai sensi della Convenzione di Strasburgo per il trasferimento delle persone condannate del 1983, firmata da USA e Italia. L’utilizzo di questa vicenda dalla Meloni e il rilievo datole nell’essersi recata all’aeroporto facendosi persino fotografare con lui, come un suo trofeo, non è passato inosservato dal Dipartimento di Stato americano che ha sicuramente preferito che la vicenda avesse un rilievo politico e propagandistico minore. Ma lo sappiamo bene come funziona la politica senza idealità come quella costruita dalla Meloni e dal suo schieramento sugli slogan e le menzogne. Difatti quello che si è detto prima delle elezioni rimane cartastraccia: dalle politiche sociali, fiscali, politica estera, le promesse liberalizzazioni, la difesa della libertà che cede al bavaglio e all’occupazione della Rai e dei teatri, ed Enti pubblici ecc.  Tutto è stato tradito in nome dell’assolutismo quasi monarchico della Meloni. Non c’è dubbio che la vicenda del signor Chico ricorda un’altra detenuta italiana in Ungheria, abbandonata al suo destino, dove l’attivismo della Meloni non si è visto per niente, tranne qualche dichiarazione e assicurazione date dal Ministro Tajani che il governo nazionale stava e sta seguendo la nostra connazionale Salis nelle galere del dittatore Orban.  Qui vale la pena soffermarsi come il diritto sia stato applicato in maniera assolutamente diseguale e vergognosa. La Salis sta subendo delle immani umiliazioni dalla giustizia ungherese per aver partecipato al presunto pestaggio di gruppi nazisti affiliati  locali? A me sembra un’accusa oltretutto immorale e inconsistente. Che un cittadino partecipi a manifestazioni antinaziste, lo ritengo un fatto doveroso e eticamente lodevole. Che i fatti medesimi siano degenerati in violenza, devono essere valutati sia le circostanze sia le motivazioni di ambedue le parti. In questo caso noto un’assoluta difesa della parte nazista da parte del governo Orban e questo la dice lunga sulla matrice politica di quest’ultimo e sulla sciagura capitata all’U.E d’imbarcare paesi come il suo nell’Unione. Credo, infine, che l’umiliazione di una donna italiana così come è stato fatto finora dalle autorità ungheresi doveva non solo attivarsi il nostro governo per la sua liberazione così come si è fatto per il Chico, ma anche adirarsi tutte le nostre istituzioni di tutti i livelli e gradi nazionali e sovrannazionali. Così non è stato fatto perché la Salis è considerata un’estremista di sinistra. Però una donna per quanto abbia sbagliato, e non credo sia il suo caso, ha il diritto d’essere trattata in maniera rispettosa della sua dignità e dei suoi diritti. La Meloni ha sbagliato e sbaglia di non avere difeso una sua connazionale donna, cristiana e italiana lasciandola o trascurando la sua vicenda per mere questioni politiche e ideologiche. Che se la pensi diversamente…, la verità è chiara davanti a noi come il sole. Il Chico condannato per un omicidio è meno meritevole di quell’attenzione della Salis, giovane donna italiana, umiliata per aver difeso ideali che non sono più condivisi da chi governa una parte dei paesi europei oggigiorno. L’Asse dei paesi populisti e neonazisti rappresenta ovviamente una sfida considerevole per l’Europa d’oggi e quella del domani. La vicenda della Salis, in questo contesto, è emblematica.

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