J’Accuse del primo agosto ’24 sull’uccisione di Haneyeh, Capo del Braccio politico di Hamas

 

J’Accuse del primo agosto ’24 sull’uccisione di Haneyeh, Capo del Braccio politico di Hamas

 

Haneyeh, leader palestinese


L'assassinio di Haneyeh, Capo dell’Ala politica di Hamas, a Teheran è l’ennesimo atto barbarico di stampo terrorista perpetrato dagli israeliani ai danni dei palestinesi e della loro imperitura causa di liberazione della Palestina. Per la cronaca anche Arafat fu avvelenato da loro, ma questo è un altro capitolo.

Un tempo dicevamo e speravamo che i cuori dei due popoli si placassero e si giungesse finalmente ad una pace e una divisione della terra, così com’è stata riassunta nella formula storica: “Pace contro terra”. Oggi tutto ciò ci appare utopistico e irrealizzabile alla luce degli sviluppi politici e bellici degli ultimi anni. In verità, la buona volontà c’è stata nonostante ai sionisti non toccherebbe nemmeno un centimetro della Palestina, ad avviso dei palestinesi come Haneyeh. Oggi alla luce del genocidio in corso a Gaza e degli assassini sistematici, cosa non nuova nella strategia sionista, ma risalente al periodo della loro migrazione in Palestina tra gli anni 20 e 30 del secolo scorso, il terrorismo  e le violenze, oggi come allora, sia per terrorizzare sia per occupare e cacciare i palestinesi dalle loro terre, in nome dei ridicoli libri sacri e del profeta Mosè che gli avrebbe condotti lì, è prassi di tutti i giorni del signore. Appunto proprio da quei gruppi di ebrei dell’Europa orientale, perseguitati un tempo da Hitler, i cui discendenti a partire dall’attuale primo ministro Netanyahu, hanno governato e governano oggi a Tel-Aviv, il presunto stato democratico, che i mentitori commentatori occidentali vanno riempendo la bocca nel descriverlo come l’unico e il più giusto stato della regione medio-orientale.

Proprio questo teatrino la cui commedia si è già svelata un marciume di miserie e di disumanità è sotto gli occhi di tutti i benpensanti e gli onesti di tutti il mondo: questa barbarie dovrà prima o poi finire! Ma essa non finisce perché la ragnatela che la protegge è riuscita ad impadronirsi persino delle menti, del raziocinio e della stessa umanità che la circonda. Oggigiorno la soluzione della convivenza appare impossibile e l’unica prospettiva è quella che una parte annichilisca l’altra. E' una vera e propria tragedia. Lo stanno facendo i sionisti ben determinati a neutralizzare chiunque non riconosca il loro artificioso stato, che appare oggi estraneo nella regione medio-orientale, persino a quei stati arabi addomesticati alla loro causa. Trapiantato lì con la forza e le armi occidentali, contro chiunque rivendichi o combatta contro il loro esercito e gli insediamenti dei coloni, arroccati qui e lì, sparsi in ogni dove per rimanere dei bastioni di terrorismo e di sopraffazione contro i palestinesi, Israele è oggigiorno in rotta di collisione. La verità, dal lato occidentale e israeliano, è che tutto quello che si muove per non accettare queste ingiustizie viene dipinto con gli attributi del terrorista, mentre chi dei palestinesi e degli arabi si era arreso e consegnato all’idea della subalternità presentata come partnership politica ed economica, ma senza ombra di dubbio fallace e fuorviante, viene presentato come moderato e amico. E’ lo spettacolare e "costruito ad arte" caso dei paesi del Golfo arabo, custodi della Terra Santa e dei grattacieli alla Nuova York, tranne l’Iran, i quali invece di difendere e sostenere i fratelli palestinesi, hanno intrapreso vie e progetti opposti a questo nobile proposito. Proprio è questo dualismo che oppone la la cosiddetta Resistenza e le forze addomesticate ad Israele che causa l’instabilità in tutta la regione medio-orientale, dividendola e martoriandola in guerre e conflitti senza fine, funzionali sempre ai nemici delle nazioni arabe. Ma aldilà degli aspetti politici e storici, la questione palestinese che rimane al centro di tutte le questioni politiche, economiche, religiose e culturali, pone un problema d’ordine etico-politico e democratico e di rispetto dei diritti umani a cui l’intero occidente viene richiamato e interamente non può non dirsi estraneo a tale tragedia.

L’Assassinio di Heneyeh a Tehran è immensamente increscioso ed è un atto che conferma un’altra volta quanto sia necessario forgiare armi e determinazione per affrontare la barbarie. Il regime iraniano aveva il dovere di proteggerlo ma le infiltrazioni e lo spionaggio compiuto sul terreno in Iran hanno consentito al Mossad di conoscere l’esatto punto dove è stato ospitato il Leader palestinese. Una falla dei servizi e delle forze di sicurezza imperdonabile ed è ingiustificabile. I responsabili traditori vanno trovati e puniti. Il problema principale rimane quello di pareggiare o superare la controparte. Vi sono sempre i mezzi e le intelligenze per farlo. All’occidente, però, incombe la responsabilità di essersi trascinato verso lidi e dirupi d’inciviltà per colpa dello stato ebraico.

Commenti

  1. Eh, ma ormai non c'è neanche più spazio per la propaganda: Bibi è davvero indifendibile, e che i rappresentanti dei governi "occidentali" si affrettino a chiamare Teheran per implorare "clemenza nella risposta" non fanno altro che sottolineare la distanza con la pubblica opinione, oltre a coprirci tutti di ridicolo e imbarazzo...

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