Quaggiù nella valle del Verano Poesia

 

Quaggiù nella valle del Verano

 




Quaggiù nella valle cimentata

Un lupo solitario, in ritirata

Ulula in silenzio al fiume incessante

All’onda che echeggia all’orizzonte

Gli occhi vitrei brillano come il ghiaccio

E cadono come foglie d’autunno

Nella valle ove non si commuove

Il cuore che ascolta il canto

Dei cipressi e dei platani

Odo il muggir del vento

Gli uomini smarriti, in mille affanni

in balia dello sconforto

 

Tu preoccupato e solitario!

Quel lupo che spunta laddove guardi

Sulle mura, nei sentieri

nei rapidi rumoreggianti

e nel silenzio carico di amarezze

Il fiume della vita non si ferma!

travolgente e tumultuosa

Ogni onda con la sua fragorosa forza

D’ogni dolcezza il ricordo lontano

Dell’amata valle del Verano

Adorazione della vergine lacrimosa!

Pietà al mio cuore stanco

Ed impavido nell’erigere il suo arco

 

Nella calca scorgo il mio più bel fiore

Dolcezza, amata tu che attraversi

Al mio amore non ci pensi?

Quaggiù è sceso ogni grigiore

Dolore per ogni giovinezza bruciata

Sospiro il nome della valle amata

Non medico più le mie ferite

Lascio al tempo ogni cura

E quelli che vedo fanno paura

 

Dolcezza al mio cuore affranto

E a questa valle appassita

Del mio ulular è schernita

La vedo annegare in ogni disincanto

L’autunno è giunto come la miseria

Eppure è bello vedere ingiallito

E arrossato ogni bosco

Al mio Verano così fosco

ogni diletto ricordo

Mi guardo ora dentro

E sento ogni scontro

Le fauci della mia giovinezza

E ogni vigore e bellezza

Lontani come ogni estro

 

Ogni sognata vaghezza

Smarrita come ogni certezza

Al Verano l’odiata soglia...

Del vivere o del morire

Ascolto gli augelli schernire

Gli umani che non conoscono la gioia

Del presente così caotico

Fellone è l’attimo fuggente

Fellone è l’uomo egoista

Ahi! rimango solitario e dissidente

Nella dove ogni torrente ti conquista

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