J’Accuse del 29/11/2024 sui conflitti interni del M5S Grillo da fondatore a affondatore del suo Movimento

 

J’Accuse del 29/11/2024 sui conflitti interni del M5S Grillo da fondatore a affondatore del suo Movimento

 





Mi ricordo di un’immagine fissa dell’Avvocato Giuseppe Conte quando fu scelto dai due schieramenti che dopo mesi di trattative composero quello che venne allora chiamato il governo verde giallo. Disse: “sono io l’avvocato del popolo”. Il Mediatore tra i due schieramenti che doveva garantire equilibrio e stabilità di un governo ibrido politicamente e ideologicamente. Disse così ma la storia andò diversamente. L’evoluzione successiva aveva dimostrato quanto sia difficile mantenere le promesse fatte sia a livello politico che elettorale. Quante incoerenze e spaccature hanno connotato lo stesso M5S tra traditori che cambiavano schieramento o ribelli che non condividevano la linea adottata dallo stesso Grillo e dalle scelte e riforme effettuate dallo stesso. Insomma, abbiamo visto come si è formata la prima classe dirigente dei porta voci e di quelli che sono rimasti finora incollate alle loro poltrone a chiedere il terzo mandato e magari il quarto e come si congegnavano i requisiti per non far entrare gente nuova a rappresentare il M5S nelle diverse elezioni locali, regionali e nazionali. Lo stesso divorzio con Casaleggio ha segnato una fase importante nell’evoluzione del Movimento. L’uno vale uno era già uno slogan archiviato a quei tempi. L’élite e i soliti che circondano oggi Conte non vogliono più andarsene o per lo meno sostenere il Movimento consentendogli di rimanere aperto al rinnovamento e alla gente. Il Congresso dell’Eur del 22 Novembre è stata una farsa. Si doveva a mio avviso cercare di capire le cause di questo tramonto che ha investito il partito che ora non supera il 3, 4, 5 % nelle elezioni locali e regionali, cosa assai preoccupante. Si doveva avviare una riflessione e perché no, un dialogo con lo stesso Grillo che voleva sciogliere il Movimento, la sua creatura. Ma perché lo vuole fare? Domandiamocelo chiaramente. Una creatura che non eccelle e che ha tradito le aspettative e i principi originari della sua fondazione non merita più d’esistere. Magari meriterebbe d’essere rifondata con un volto e uno slancio nuovi. Il ricorso di Grillo e la stessa sua richiesta di cambiare la società a cui è affidato il controllo dei voti, la dice lunga sulla fiducia e le gravi accuse che serpeggiano tra gli iscritti e i vecchi e nuovi militanti. La storia del Movimento cinque stelle è giunta ad bivio cruciale e le divisioni e l’incoerenza che ora connotano il medesimo non aiutano certo ad appianare i problemi, facendo avvantaggiare gli avversari e soprattutto le destre al governo. Peccato.

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