J’Accuse del venerdì 6 dicembre sull’offensiva della cosiddetta opposizione democratica siriana tra propaganda e verità
J’Accuse del venerdì 6 dicembre
sull’offensiva della cosiddetta opposizione democratica siriana tra propaganda
e verità
Quel che ci viene in mente subito quando mettiamo a fuoco lo scacchiere siriano nel bel mezzo di quello medio-orientale è che l’offensiva dei terroristi provenienti dalla Turchia d’Erdogan hanno un mandato preciso: togliere di mezzo il regime di Assad e creare il caos in Siria sulla stessa stregua di quello creato in Iraq, Libia, Libano e ancor prima in Afghanistan. E non è difficile intuire che la battaglia di Siria giunge dopo due mesi di bombardamenti in Libano e il conseguente indebolimento ( insanguinamento) degli Hezbollah, il quale aveva garantito per anni la stessa stabilità del regime siriano attraverso le sue milizie che erano presenti sul terreno e sui fronti.
La mente diabolica di quest’operazione mira a togliere i rifornimenti e ad accerchiare l’Iran. Difatti, la fine del regime d’Assad regalerebbe due trofei agli israeliani e agli americani e persino indirettamente agli ucraini che sono accusati d’avere addestrato i terroristi in chiave anti-Mosca.
A- Il primo regalo è per Israele che isolerebbe Hizbollah dal suo alleato principale, a Teheran.
B- In secondo luogo, la fine del regime a Damasco, segnerebbe per Mosca la fine della sua presenza militare in Siria e nel Mediterraneo orientale. Avendo fissato sin dagli anni 50 la loro base Navale a Tartus. La gravità di questi sconvolgimenti negli equilibri strategici e militari, costringerebbe lo stesso Putin a delle iniziative e direi delle reazioni imprevedibili. E’ chiaro ora che la posta in gioco è alta nel corso di queste ore. Quel che ci rammarica è la fellonia del sultano Erdogan, presunto difensore degli interessi dei palestinesi e dei paesi mussulmani. Il dittatore di Ankara si rivela, alla luce di questa battaglia siriana, un freddo calcolatore, un servo dei suoi padroni sionisti e atlantici ai quali mette a loro disposizione materiale bellico, addestramento e terroristi venuti da ogni dove per attuare il suo sogno d’estendere la sua sordida e schifosa influenza sulla regione medio-orientale come servo e seguace del criminale Netanyahu.
E’ alquanto sconcertante e ripugnante osservare questi criminali tramare sulla pelle dei popoli palestinesi, libanesi e siriani martirizzati da decenni di guerre fratricide in nome dell’egemonia dell’una e dell’altra potenza regionale. Se Erdogan ha scelto d’imbarcarsi nel disegno egemonico israeliano e nella costruzione di un Medio-oriente a guida di Tel-Aviv, i terroristi, le armi, le coperture e le menzogne che ha messo in campo sono una grande prova di tale operazione. Tuttavia la caduta di Damasco sarà di cattivo auspicio sia per l'Iran che per la Russia. Lo Zar, se accetta il ritiro da Tartus sarà la fine della sua Russia. Lo stesso dicasi per Teheran. E’ la loro battaglia d’Inghilterra. Vincere o morire è l'imperativo.
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