J’Accuse del 5 febbraio 2025 sull’idea “cavallo di Troia” di Trump per cacciare i palestinesi da Gaza
J’Accuse del 5 febbraio
2025 sull’idea “cavallo di Troia” di Trump per cacciare i palestinesi da Gaza
Chi può immaginare che il Tycoon americano potrebbe rivelarsi più sionista dello stesso Netanyahu? E’ stato lui a fermare la guerra, non importa perché essa doveva fermarsi prima o poi. Ne abbiamo visto d’orrore e di spietatezza tali da inorridire persino le anime più fredde e indifferenti. Nemmeno i nazisti sono stati così terribili e crudeli con le popolazioni quanto lo sono stati quelli dell’IDF. Ma questa è un’altra storia e i suoi protagonisti sono composti da ebrei sionisti che hanno alle spalle culture e idee per nulla democratici e umane. L’idea o il progetto che Trump avanza ai palestinesi è semplicemente inaccettabile: trasferirsi in Egitto dopo un’atroce guerra costata la vita a oltre centomila Gazaoui non può essere avallata dagli stessi palestinesi, perché sanno già che oltre a rappresentare la medesima un’altra vera e propria Nakba ( Immigrazione forzata in arabo) per loro, essa è un altro e chiaro stratagemma per far annettere di fatto la striscia di Gaza agli israeliani, così come nel corso dei passati decenni si sono annesso Gerusalemme, le alture del Golan, l’ultima annessione risale alla caduta del regime di Bashar Al Assad lo scorso 11 dicembre, alcuni distretti del Sud Libano e la lista è lunga. Difatti l’idea stessa è fallace perché anche se pone come finalità il fatto di salvare i palestinesi dalle miserie di questa maledetta guerra e la promessa della ricostruzione dell’intera striscia sulla falsariga della Costa Azzurra, in realtà chi garantisce ai Gazaoui di tornare dopo la ricostruzione? Lo sappiamo bene che la stessa ricostruzione richiederà minimo un decennio e nel frattempo i protagonisti attuali sulla scena internazionale come Trump e gli altri saranno già scomparsi dai centri decisionali o addirittura deceduti. E’ davvero orripilante come i diritti dei palestinesi siano diventati una merce di scambio e un fardello insostenibile per le potenze regionali e internazionali. Questo la dice lunga sul clima politico, economico ed etico prevalente nel mondo. Trump o chi verrà dopo di lui non manterrà le promesse di ritorno ai palestinesi e lo stesso ritorno sarà soggetto a delle condizioni dettate da Israele, cioè da chi ha commesso un genocidio per vendicar il ratto del 7 ottobre. Purtroppo in questo momento così drammatico e segnato dalla decadenza morale e politica del mondo arabo-islamico che vede quest’ultimo diviso e sottomesso ad Israele e alle Cancellerie occidentali, anche se è da sottolineare il fatto che i governi d’Egitto e Giordania, hanno respinto l’idea d’accogliere la popolazione di Gaza per ovvie ragioni politiche di parte e di difesa d’interessi nazionali, non rimane altro ai Gazaoui che resistere dietro le trincee delle loro macerie, occupandosi loro stessi della loro ricostruzione e in definitiva rimanere loro i solo negoziatori del loro destino.
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