J’Accuse del venerdì 14 Marzo l’approccio affaristico di Trump nella crisi Ucraina tra lo scetticismo di Putin e la maledizione degli europei

 

J’Accuse del venerdì 14 Marzo la visione affaristica della politica internazionale e dei contenziosi di Trump e lo  scetticismo di Putin di fronte alla proposta americana di aggiudicarsi le terre rare e la disillusione degli europei

 

Giuditta e Oloferne (Caravaggio) 

Premessa:

il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha segnato una svolta nella politica estera americana. Si passa così dal concetto di guerra ad oltranza contro Mosca a quello del negoziato e dell'Agreement sulle terre rare ucraine imposto dalla Casa Bianca per riprendersi i trecentocinquanta miliardi di dollari di armi inviati dall'Amministrazione Biden per sostenere e impedire la vittoria di Putin su Kiev. Ora quest'idea geniale ma di stampo affaristico e immorale è al vaglio dei russi e del leader massimo Putin: fare una transazione che amputerebbe ai russi una parte cospicua di risorse minerarie e terre rare per consentire la pace e il ritorno della Federazione russa ai consessi internazionali oppure fare l'osso duro e rifiutare il che comporterebbe una rottura con Trump. E' una scelta difficile che risulterà anche letale per i russi, in quanto l'accordo comporterà di fatto l'ingresso degli americani nel paese ed è ciò che si voleva evitare sin dall'inizio con le infiltrazioni e i progetti della Nato sull'intera Europa orientale. Lo è ancor più scabroso visto l'atteggiamento ostile dell'Europa verso tale accordo. E' chiaramente una situazione che durerà poco visto che tra quattro anni avremo un altro presidente americano che potrebbe a diversità di questo rovesciare il tavolo e le alleanze e fare scacco matto a Mosca e allo stesso Putin, dopo avere investito nell'impresa della riconquista ucraina centinaia di migliaia di vite umane e decine e decine di miliardi di rubli. Non è credibile la spartizione del paese sia sul piano morale sia su quello politico. Una soluzione equa non può essere militare e men che meno affaristica. Essa sorgerebbe dalla persuasione che la guerra è deleteria per tutti. Ma in assenza di tale convinzione o direi predisposizione sono le armi a decidere la sorte del futuro dei territori contesi. Se gli europei continuano a farneticare oggi e a spingere Zelensky verso la resistenza, i negoziati tra americani e russi sono inutili. La Russia deve rivendicare la smilitarizzazione del paese e il mantenimento degli interessi geopolitici russi in cambio della condivisione delle risorse minerarie ed economiche fra i due paesi. Una pace vera non può fondarsi su questi presupposti. Un rilancio economico dell'Area colpita dal conflitto potrebbe ridare vitalità e risvegliare le coscienze e la stessa convinzione che guerreggiando si perde e ci si divide, mentre facendo unione si vince e si superano le crisi. L'America di Trump mira non solo a dividere un paese ma anche una storia comune in nome di interessi e di una moralità disumana e farlocca. Ci sapremo dire ben presto se la Russia di Putin cederà una parte della sua storia e del suo impero in nome di una pace illusoria e soprattutto non condivisa dai suoi veri nemici che sono nell'Unione europea.

Davvero questa trovata geniale dal sapore prettamente affaristico “dell’Accordo sulle terre rare” ucraine imposta da Trump è "una degenerazione della politica internazionale" direi, un ritorno malinconico e immorale alla legge del più forte che impone alla fine le condizioni alla resa e alla sistemazione delle questioni politiche e militari. Eppure questa crisi ha segnato il nostro tempo, perché ne ha delineato le contraddizioni e i paradossi. Non si poteva certo continua a mentire a sé stessi che l’Europa che i nostri leader europei assieme ai loro alleati americani sarebbe crollata un giorno come un cartello di carta di fronte al cambiamento di regime politico/ Regime change che è avvenuto di fatto negli Stati Uniti d’America con il ritorno di Trump alla Casa Bianca. E’ un’Europa illusa, irresponsabile e incapace e la cosa peggiore è che essa ha voluto una guerra che non avrebbe mai vinto o per lo meno che avrebbe portato all’olocausto nucleare. quest’Europa irresponsabile, illusa e incapace stenta oggi alla luce di questo nuovo ordine mondiale e risollevarsi con un grande piano di riarmo di ottocento miliardi d’Euro che ieri il parlamento europeo ha approvato. Ma non è l’idea di per sé legittima di dotarsi di armi dissuasivi comuni quanto l’idea malsana di fondo che costruire un equilibrio europeo e internazionale basato sulla corsa frettolosa al riarmo e alle minacce reciproche è del tutto assurda e deleteria per tutti. Peraltro questo riarmo andrà ovviamente ad arricchire le industrie belliche di oltreoceano e la stessa America, rea essa stessa d’avere voluto e alimentato questa crisi con le politiche di Biden e dei suoi predecessori Obama e Clinton. L’avere impostato una politica con la Russia il cui fulcro centrale erano l’allargamento ad est del continente europeo e il numero di basi e armi da istallarvi per sfiancare e smantellare la Federazione Russa. Questa politica, in sintesi, dell’allargamento ad est fino ai confini russi ha dato luogo alla guerra d’Ucraina e alle sue conseguenze che sono davanti ai nostri occhi. Oggigiorno l’America di Trump si è lavata le mani dalle politiche varate e portate in avanti dalle passate Amministrazioni della Casa Bianca e pretende che gli ucraini firmino un Accordo che restituisca tutti i crediti dati a Kiev per il mantenimento e la prosecuzione della guerra. Non è una truffa a ciel sereno questa? Come si possono reclamare i crediti quando sono stati gli stessi americani ed europei a causare e a volere la guerra e la sua prosecuzione fino ad oggi? Per lo meno bisognava avere un po' di pudore! E dire che dato che siamo noi ad averla voluta e alimentata magari la spartizione dei suoi costi sarebbe stata più che normale e direi più che giusta. Ora perché gli ucraini devono firmare un accordo che concederà i diritti delle loro terre rare agli americani? Perché? E perché i russi devono accettare una situazione del genere allorché quell’area geografia del mondo rientrerebbe di fatto nella sfera della loro influenza naturale non contendibile da nessuno. Se sarà così, il vero vincitore di questa guerra sono di fatto gli americani che di fatto con un approccio immorale e affaristico che non guarda né il diritto né i valori universali si impossessano di risorse che non sono i loro in nome della loro prepotenza militare. E’ davvero paradossale e lo è ancor di più perché sono stati gli europei a spingere verso la guerra e la negazione di qualunque trattativa che l’avesse fermata e quindi impedito le rovine e i danni fin qui conseguiti da entrambe le parti. In questo contesto la proposta del Cessate il fuoco, alla luce dei cambiamenti degli equilibri, dell’accettazione di Kiev dell’accordo sulle terre rare e infine del riarmo europeo suona come l’ultimo scacco matto per Mosca: da una parte gli si offre un cessate il fuoco e dall’altra la si lega ad accordi di colonizzazione dell’Ucraina da parte americana che chiaramente non sono affatto onorevoli per la Russia. Gli americani non accetterebbero mai che la Russia avesse degli interessi e delle influenze nelle sfere di loro influenza come il Centroamerica o il Sudamerica. E’ una chiara sconfitta per Mosca anche di fronte al fatto che la vera controparte sono gli europei che oggi stanno riarmando. Per non dimenticare che firmare un cessate il fuoco allorché il Kursk non è stato ancora liberato sembra una barzelletta. Gli attuali carte, per usare un modo dire Trumpiano sono inaccettabili per la Russia e la guerra è l’unico modo per far ragionare alla fine chi mira a spartire oggi l’Ucraina e domani la stessa Russia. Ma sono sempre gli europei a dovere fare un profondo esame di coscienza e cessare a sconvolgere il mondo con le loro mire egemoniche sugli altri continenti.

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